BIAGIO ACCARDI   



 

"L’albero Biagio"

Se volessi immaginarlo Albero per me sarebbe un ciliegio. Con una grande chioma. Sopra una collina. Intento ad osservare il mondo che gira lento. E lui lentamente camminare con il mondo. Al ritmo delle stagioni illuminarsi di bianchi fiori. Con la complicità del vento spargerli sulla terra come fossero leggeri fiocchi di neve. Sotto i raggi di sole maturare i dolci frutti da far gustare, da far indossare dietro le orecchie, da raccogliere per fare il liquore. E poi … essere pure legno per risuonare in una lira calabrese o in un flauto. Ogni sua parte, un dono.

Questo è per me Biagio, anche, quando sento la sua musica. E’ dono di sé, sia nel canto sia nel cunto. E’ desiderio e necessità di dare il proprio contributo alla Vita. Con la propria testa. Con la propria fatica. Con la propria creatività. La lingua che canta è tante lingue. Le lingue che ha ascoltato nel suo Sud. La musica che fa è tanti suoni e tanti ritmi. Che gli piacciono. Che gli risuonano dentro. E che lui assembla per affidargli il compito di dire alla gente “quello che non vuole ascoltare”. Lui quelle cose le ha imparate ascoltando le persone, durante i suoi Viaggi Lenti, nelle piazze di paese, sulle strade di campagna, intorno ad una tavola fumante. Lui quelle cose le ha imparate camminando silenziosamente a fianco alla sua asina, contemplando i tramonti seduto su un sasso, raccogliendo i frutti del suo orto. Lui quei suoni li sente dentro quando imbraccia la sua lira, la piccola chitarra o percuote il tamburello. Lui quei suoni li condivide con gli altri e le altre che, come lui, vogliono far festa e danzare la Vita sulla scalinata di un’antica chiesetta. Sa bene che la Calabria è piaciri e duluri. Che il cammino è in faticosa salita. Ma lui ci sta. Accetta la sfida. Canta e cunta. E si mette a camminare “supra na strata janca, picchì a nira nun ce piace”.

                                                                                                                                                                                                                                    Francesca Prestia  (Cantastorie)

Nuovo singolo IL BENE

«Così come non esiste il giorno senza la notte, non può esistere il bene senza il male, e viceversa. Dobbiamo riconoscere e accettare entrambe le entità e curarne l'aspetto migliore, poiché il bene si annida nei posti più segreti».

“Il bene” è il nuovo singolo di Biagio Accardi, performer e autore musicale calabrese le cui sonorità sono ispirate al panorama della World Music. Il singolo, prodotto da Talìa Produzioni, etichetta discografica indipendente, è il primo estratto dal disco “Fai che accada” in uscita il prossimo 29 marzo. Nella sognante canzone de “Il bene”, la voce di Accardi è accompagnata dalla finezza del violino e della viola di Massimiliano Gallo.
Presto i nuovi brani in concerto, con le prime date previste in Bretagna, dal 20 aprile al 5 maggio a cui seguirà il tour italiano in definizione  


"Ritüale" Shamanic Meditation è la nuova opera di Biagio Accardi; performer, suonatore disegnatore, poeta, alchimista e autore di canzoni, che questa volta si è cimentato con un progetto discografico dalle caratteristiche molto originali. Il disco è stato realizzato in una sola sessione, dando spazio alla spontaneità e facendo semplicemente fluire le vibrazioni nel corpo e nella testa dell'esecutore in modo istintivo. Il risultato ha restituito una traccia di 30 minuti da ascoltare tutta di un fiato.
Durante la fase di registrazione, Accardi, si è totalmente immerso con i sensi nei suoni, per raggiungere l'obiettivo della catarsi. L'esperienza è stata supportata dalle vibrazioni di strumenti tribali come i tamburi, il bastone della pioggia, le campane, i flauti, ma anche strumenti più moderni come drone fx, gong, handpan e shruti box oppure antichi come l'arpa-lira e i liuti (mandola e mandolino). I vocalizzi e gli armonici sono stati cantati con la precisa valenza e l'intenzione di un rito magico, così come utilizzati nelle tradizionali cerimonie esoteriche. L' opera vuole consapevolmente donare all'ascoltatore una pofonda connessione con il proprio spirito, inducendolo ad una potente introspezione atta a smuovere energie trasformative. Ed infine lasciare spazio a pace interiore. Come quiete dopo una tempesta. La traccia è stata registrata su di un'altura boschiva che affaccia al mare, in contrada Scarcelli di Fuscaldo, dove nascono gli studi di Suoneria Mediterranea, grazie al prezioso supporto del producer Daniele Sanfilippo che ha realizzato le riprese audio con scrupolosa attenzione.

IL DISCO


IL RITUALE


 


Lo spettacolo:

Zèphyr Live

Zèphyr è un concerto spettacolo nato dall’incontro di Andrea Seki e Biagio Accardi, due poliedrici musicisti, instancabili viaggiatori e ricercatori delle sonorità che vibrano dell'Atlantico al Mediterraneo. Le composizioni e la poetica di Biagio si sposano con i suoni sperimentali dell'arpa celtica di Andrea, regalando una seducente e catartica performance di più di un'ora.

LIBRI





"Foglie tra i Palazzi” è un’opera che ispira e rincuora, toglie il superfluo e prende quota: ci si trova così su un albero a condividere una pera con un calabrone; ad osservare un’asina che ride guardando una rosa; a portare il mondo sul manubrio di una bicicletta e a pregare davanti al mare diventando un porto sicuro.


Biagio Accardi ci consegna, con essenzialità poetica, un libro che canta melodie viscerali che uniscono la terra al cielo e che lasciano, “come dopo una mareggiata, una brezza tiepida che acquieta il cuore." Dalla prefazione di Giordano Ruini


Acquistabile in prevendita: https://www.introterra.it/prodotto/foglie-tra-i-palazzi-biagio-accardi/






 "VIAGGIOLENTO NEL POLLINO"

In cammino con il cantastorie


Biagio Accardi è originario di Tortora (CS), Tùrturi in calabrese,  il primo comune della Calabria nord occidentale che si affaccia sul Mar Tirreno, al confine con la Basilicata. Artista, suonatore, studioso, cantastorie da alcuni anni promuove Viaggiolento, un cammino insieme all’asinella Cometa Libera, per tutti Cometina, che lo porta ad esibirsi nei caratteristici borghi del Parco Nazionale del Pollino. Un itinerario a tappe fatto rigorosamente a piedi. L’idea del progetto è nata dalla lettura del libro le “Ragioni dei cantastorie” di Mauro Geraci, docente universitario a Messina e anche lui cantastorie, che parlava di Orazio Strano, un cantastorie siciliano, che girava per il Meridione con il suo asino a cantare e raccontare storie. Nell’introduzione l’autore così presenta il suo progetto.” Mi è sempre piaciuto presentare Viaggiolento come un elogio alla lentezza. Una riflessione sul camminare e il pensare lento. Ma non di quella lentezza statica, quasi immobile. Bensì una lentezza dinamica che fa veicolare un’idea, un concetto o un nuovo modo di pensare la vita”. E così, nel corso della varie edizioni Viaggiolento, promosso dall’Associazione CattivoTeatro, è diventato un’opportunità per riflettere sulle problematiche ambientali, sugli stili di vita, sui saperi e la cultura contadina, promuovendo, ad ogni tappa, incontri, spettacoli, balli, letture poetiche, narrazioni e naturalmente  ballate da cantastorie con le quali Biagio Accardi, e coloro che lo accompagnano per tratti più o meno lunghi, entrano in contatto diretto con la gente del posto, con uno spaccato di società tradizionale e moderna. L’obiettivo principale è quello di ritornare in piazza per sentirsi parte di una comunità che trascorre insieme il suo tempo libero. E allora quale modo migliore se non quello del cantastorie che in tempi passati raggiungeva i paesi più sperduti per portare notizie e raccontare fatti accompagnandosi con la chitarra e il cartellone illustrato?

Il diario di una edizione di Viaggiolento è ora diventato un libro, per la Collana Viaggiarelentamente, dove Biagio racconta, in modo coinvolgente, questa sua esperienza che ogni anno si rinnova sempre più ricca di contenuti. Leggere questo libro è come avere in mano una guida molto particolare dove alla descrizione di posti meravigliosi (il Parco Nazionale del Pollino è patrimonio UNESCO), si accompagnano narrazioni dalle quali emergono i caratteri più veri di gente che ancora vive rispettando i ritmi della terra, che prova a praticare nella realtà “un altro mondo possibile”.

Nei vari capitoli si liberano sorprese sempre diverse ad ogni tappa, un mosaico di situazioni descritte con cura e precisione, proprio con “lentezza” per capire ed assimilare, ma soprattutto gustare i racconti e il viaggio.